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Sanità territoriale - 4 nuovi ecografi portatili di ultima generazione

Collegata a questa nuova dotazione strumentale c’è un progetto di formazione, in collaborazione con la Radiologia, di personale sanitario medico ed infermieristico che si perfezionerà in una serie di manovre ecoguidate.

Sono 4 i nuovi ecografi portatili di ultima generazione acquistati dall’Azienda USL per i poliambulatori e future Case della comunità sul territorio valdostano (a Morgex, Aosta, Châtillon, Donnas). Si tratta di strumenti super leggeri e maneggevoli in grado di essere facilmente trasportati al domicilio del paziente sia dagli infermieri e dai medici dell’area territoriale sia dai medici di medicina generale
“Potenziare l’assistenza sul territorio con questi presidi permette di migliorare l’assistenza a domicilio e ridurre gli accessi in ospedale rafforzando quella funzione di ‘filtro’ che garantisce una maggior tenuta del Sistema sanitario” sottolinea il dott. Franco Brinato, Direttore dell’Area territoriale USL.
Il dispositivo pesa meno di 6 kg e ha dimensioni ridotte (360x355x65 millimetri). La batteria permette di lavorare con un’autonomia di due ore senza il collegamento alla corrente ed è dotato di schermo da 15”. Lo strumento può essere trasportato con appositi trolley che al bisogno possono essere anche usati come zainetti.
Collegata a questa nuova dotazione strumentale c’è un progetto di formazione, rivolto a medici dell’area territoriale e del servizio di Unità di Continuità Assistenziale (UCA), a medici della medicina generale ed a infermieri che si perfezioneranno in una serie di manovre ecoguidate. Il progetto sarà realizzato in collaborazione con la Struttura Complessa di Radiologia nell’ottica di sinergia tra territorio ed ospedale.
“Parliamo di ecografie funzionali alla risoluzione di un problema specifico – spiega il dott. Claudio Gianotti, medico di famiglia in formazione, referente del progetto – sia che si tratti di un problema infermieristico, come un prelievo difficoltoso, sia medico, per la risoluzione di un dubbio clinico. Una colica renale può essere diagnosticata con sicurezza a domicilio senza aver bisogno di portare il paziente in Pronto Soccorso. L’aiuto tecnologico va nella direzione di una medicina basata sulle evidenze, con riscontri oggettivi empirici.”.
Un altro aspetto molto importante è la questione dell’appropriatezza: “Fare l’esame giusto al momento giusto nel posto giusto per ridurre falsi positivi o falsi negativi – prosegue il dott. Gianotti - è una priorità sia per la sostenibilità del Sistema sia per il benessere e la salute dei pazienti”.
“Aumentare la domiciliarità nel percorso del malato è un elemento molto importante” sottolinea la dott.ssa Maria Giovanna Malatesta, referente del corso di Medicina generale.
Inoltre questo progetto “permette di valorizzare le professioni sanitarie aumentando l’offerta delle prese in cura sia a livello ambulatoriale sia domiciliare, contenendo gli accessi impropri in ospedale - dicono Claudia Soudaz e Deborah Ferrari, coordinatrici infermieristiche rispettivamente del Distretto 4 e del Distretto 2 -. In particolare nei casi di utenti che presentano prelievi venosi difficoltosi. L’introduzione e l’utilizzo di apparecchiature elettromedicali a supporto faciliterà l’assistenza nei contesti extra-ospedalieri all’interno del nostro sistema sanitario regionale”.