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Trapianto di rene e donazione da vivente



Vuoi sapere di più sulla donazione di rene da vivente?

La malattia renale cronica è in incremento a livello mondiale. In Italia le stime parlano di 4-5 milioni di persone affette da una insufficienza renale. La maggiore parte di queste persone presenta una riduzione fisiologica della funzione renale legata all’invecchiamento o a diete non corrette ma in alcuni casi malattie renali specifiche possono progredire e portare alla perdita irreversibile dell’organo. In questo caso le terapie salvavita sono rappresentate dalla dialisi e dal trapianto di rene. Per questi pazienti le attuali evidenze scientifiche indicano nel trapianto la migliore terapia perché consente un ritorno ad una vita normale, svincolata dalla dialisi. Esistono due modalità di trapianto, quello da donatore cadavere cerebralmente deceduto e quello da donatore vivente; quest’ultima modalità, in assoluto, è la migliore terapia in termini di risultati a distanza sia per il paziente sia per l’organo trapiantato; può essere eseguito tra parenti consanguinei che condividono il patrimonio genetico ma anche tra individui non consanguinei con risultati ugualmente ottimi. In questi brevi video divulgativi, destinati alla popolazione interessata, due nefrologi della struttura introducono gli aspetti peculiari del trapianto da vivente evidenziandone le peculiarità che ovviamente potranno essere approfonditi nel nostro centro; infine un giovane paziente valdostano racconterà la propria esperienza di nefropatico con un finale a lieto fine.

In Italia la donazione di rene da vivente costituisce per tanti motivi una minima parte dei trapianti totali di rene (16% circa nel 2020), a differenza di altri paesi europei ed extraeuropei; per fornire qualche dato nel 2016 la Gran Bretagna che presenta una popolazione analoga alla nostra, ha effettuato mille trapianti contro i 300 eseguiti in Italia; è dunque comprensibile che tale pratica terapeutica sia fortemente incentivata e tutelata sul piano giuridico con norme di legge e protocolli specifici applicati in tutte le fasi organizzative. La donazione rappresenta un atto volontario di un soggetto maggiorenne e del tutto gratuito, prevede l’esecuzione di accertamenti accurati che confermino la buona saluta del donatore con particolare riferimento alla funzione renale e del ricevente. La possibilità di programmare il trapianto prima dell’avvio del trattamento dialitico, rappresenta per il paziente il principale vantaggio perché riduce le temibili complicanze cardio-vascolari e infettive proprie della dialisi, consentendo il recupero di una ottima qualità di vita e accorciando i tempi di attesa per il rene che in media sono in Italia di 3 anni. Anche la possibilità di riuscita del trapianto è molto favorevole, per diversi motivi clinici e biologici e consente migliori risultati rispetto al trapianto da donatore deceduto. In centri trapianti con molta esperienza nel settore, la sopravvivenza dell’organo trapiantato può infatti superare i 30 anni contro una durata media per il trapianto da cadavere di 18 anni. Tutti questa aspetti fanno si che questa opzione terapeutica debba rappresentare un diritto informativo per il paziente e la sua famiglia e che il colloquio che ne deriva deve rappresentare a tutti gli effetti un iniziale momento di cura e di presa in carico.

Non danneggiare il donatore rappresenta il presupposto etico principale. Per questo motivo gli accertamenti preliminari cui viene sottoposto il donatore sono molto approfonditi e mirano a confermare un buono stato generale di salute con particolare riferimento alla propria funzione renale che deve essere normale. Attualmente le tecniche operatorie mini invasive e laparoscopiche riducono in maniera significativa le complicanze operatorie e post operatorie che in ogni caso, come per qualsiasi atto chirurgico anche minimo, non sono del tutto assenti; in centri di esperienza complicanze si possono verificare nello 0.03%, ovvero in un caso ogni 10 mila prelievi; una degenza regolare consente la dimissione del paziente dopo 3-4 giorni. Il donatore deve essere a conoscenza di alcuni aspetti peculiari; la condizione di mono-rene può esporre il paziente a dei rischi funzionali nel caso in cui un trauma accidentale possa interessare direttamente il rene, evento possibile, ma non prevedibile. Un altro rischio potenziale è lo sviluppo di un tumore sul rene singolo e questo è il motivo per cui il paziente sarà sottoposto ad un follow-up regolare con ecografia annuali per evidenziare anche le più precoci alterazioni. La presa in carico del paziente rappresenta per il paziente una sicurezza e un opportuno stimolo a mantenere stili di vita salutari che fanno si che lo sviluppo a distanza di decenni di patologie croniche non sia di fatto superiore alla popolazione generale; analogamente lo sviluppo di una insufficienza renale cronica a distanza di decenni è evento raro che si può verificare nell’1% dei casi. Oggi giorno il paziente può dunque sottoporsi con tranquillità alla donazione con rischi globalmente minimi.


Se sei interessato puoi contattare direttamente il personale della Struttura al numero 0165 543 226 o via e-mail all’indirizzo dialisiaosta@ausl.vda.it.
I medici di Medicina Generale e di assistenza territoriali, interessati all’argomento, potranno contattare la struttura via e-mail all’indirizzo nefrommg@ausl.vda.it.

Video informativi creati dai medici della nostra Struttura

I pazienti nefropatici e le loro famiglie raccontano l’esperienza del trapianto. Puoi vedere le interviste di coppie che hanno donato, di persone che hanno ricevuto un rene da donatore deceduto e di chi ha vissuto l’esperienza emotiva di un proprio caro trapiantato.

In questa sessione l’utente potrà collegarsi al sito istituzionale di ANED (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e trapiantati) al link https://www.aned-onlus.it/guide-manuali/guida-del-donatore/ per poter richiedere e ricevere gratuitamente la “guida del donatore”, opuscolo informativo e completo sulla donazione di rene da vivente, scrivendo a comunicazione@aned-onlus.it.